Saluto con vivo compiacimento tutte
le rappresentanze militari e civili a cominciare da quelle del Parlamento e del
governo, che hanno voluto concorrere oggi qui a dare significato e solennità alla celebrazione del 25 aprile. Si tratta di una
ricorrenza fondamentale nella storia dell'Italia unita, di quelle che più ne
hanno segnato il cammino sulla via dell'indipendenza, della dignità, della
libertà, della coesione nazionale. Sappiamo bene quel che la data del 25 aprile
più che mai simboleggia : la capacità di riscossa e di mobilitazione
di un popolo duramente provato dalla dittatura, dalla guerra e dalla fatale disfatta della fuorviante alleanza con la
Germania nazista ; la capacità di nobile reazione e di rapida ricostruzione
delle forze dello Stato che più rischiavano di uscire umiliate dal crollo
dell'8 settembre 1943, cioè le nostre Forze Armate, che avevano storicamente
legato la loro missione alla causa delle guerre per l'unità e l'indipendenza
della Nazione, fino a superare la durissima prova del primo conflitto mondiale.
Ed è per tutto ciò che abbiamo collocato al giusto posto nelle
celebrazioni del Centocinquantenario la ricorrenza della Liberazione, che fu
anche riunificazione di un'Italia divisa e lacerata dall'occupazione e
repressione nazista.
Nell'ascoltare
innanzitutto i vostri interventi, generale Buscemi, senatore Agostini, tornavo
a riflettere sull'importanza, che voglio ancora sottolineare, del fondersi in
uno stesso spirito di consapevolezza e di impegno unitario delle associazioni
d'Arma, combattentistiche e partigiane. Ogni separazione e
incomprensione è stata superata tra tutte le entità che hanno combattuto per
l'Italia compiendo il proprio dovere fino all'estremo sacrificio : formazioni
partigiane, unità delle vecchie e nuove Forze Armate, combattenti della Guerra di Liberazione
inquadrati nei reparti regolari delle Forze Armate, combattenti alleati,
militari e civili passati attraverso le prove della prigionia e dell'internamento.
E' importante che tutte queste, e ancora altre, realtà siano rappresentate nell'incontro di oggi.
Ma non solo in questi
anni si è pienamente compiuta la giusta valorizzazione, per non breve tempo
mancata, dell'apporto dei militari, in molteplici forme, alla Resistenza ; si è
più in generale posto in piena luce il volto unitario di quella grande
esperienza collettiva nazionale. Anche attraverso analisi e
riflessioni critiche, e rimuovendo reticenze se non occultamenti della verità, si sono messi a fuoco momenti negativi o
aspetti fuorvianti di un processo di altissimo valore ideale e
morale, ma anche complesso e non esente da ombre. E si è lavorato tenacemente per liberare l'immagine e il volto della
Resistenza dalle ferite di quel che fu anche guerra civile e dalle
stratificazioni di ostilità e di odio di cui ancora rimanevano tracce. Così, il
25 aprile è diventata la festa di tutto il popolo e la Nazione
italiana ; e
nessuna ricaduta in visioni ristrette e divisive del passato, dopo lo sforzo
paziente
compiuto per superarle, è oggi ammissibile. Ringrazio perciò in modo
particolare
di quel che fu anche guerra civile e dalle stratificazioni di
ostilità e di odio di cui ancora rimanevano tracce. Così, il 25 aprile è
diventata la festa di tutto il popolo e la Nazione
Armate è in effetti
essenziale nel mondo in cui viviamo. Quegli stessi valori di libertà,
giustizia, pace e cooperazione tra i popoli che ispirarono la Guerra
di Liberazione ormai 67 anni fa sono oggi alla base del significativo impegno
italiana ; e nessuna ricaduta in visioni
ristrette e divisive del passato, dopo lo sforzo
paziente compiuto per
superarle, è oggi ammissibile. Ringrazio perciò in modo particolare
i
rappresentanti in questa sala di tutte le parti politiche in seno alle istituzioni
nazionali, laziali e romane.
E' una grande forza della democrazia il promuovere
occasioni di unità tra tutte le forze
politiche e sociali che si riconoscono in
fondamentali valori comuni, quelli che si celebrano in una giornata come il 25
aprile, quelli che sono sanciti nella prima parte della Costituzione
repubblicana. Di occasioni di unità, di terreni di dialogo e di
responsabile collaborazione, il nostro paese ha assoluto bisogno per affrontare
con successo le gravi difficoltà finanziarie, economiche e sociali riconducibili a troppi ritardi e
carenze nello sciogliere nodi strutturali e istituzionali che ostacolano il
pieno dispiegamento delle straordinarie risorse ed energie su cui
l'Italia può far leva.
Le difficoltà
attuali del nostro paese, pur poste al centro di politiche rigorose avviate
in
questi mesi dal governo e dal Parlamento, richiedono anche una nostra seria
iniziativa al
livello dell'Unione Europea, perché in quella sede si operino
riequilibri e si adottino
indirizzi essenziali per promuovere crescita e
occupazione in tutta l'area dell'Euro. Ma non si attenui in noi la
consapevolezza dei nodi che ci tocca sciogliere : tra i quali certamente quello
del pesantissimo debito pubblico accumulatosi nei decenni e mai fatto oggetto
di una decisa, costante, sistematica azione di abbattimento, innanzitutto
attraverso la complessiva riduzione e insieme la razionale selezione e
riqualificazione della spesa pubblica.
E' un discorso che riguarda anche la
spesa per la Difesa : e non solo per acute necessità di
risparmio e oculatezza,
ma per poter disporre nel prossimo futuro di "uno strumento militare
operativamente efficace", come ha qui detto il ministro Di Paola. Egli
stesso, a nome del governo, ha di recente prospettato al Parlamento una linea
progettuale di profonda riorganizzazione delle Forze Armate, di profonda
revisione dello strumento militare. Se non tocca a me entrare nel merito di
questo progetto, lasciatemi dire che condizione essenziale per un
così arduo e complesso sforzo è l'adesione convinta, è l'apporto di volontà,
disponibilità e collaborazione di tutti gli appartenenti alla Difesa, in servizio e anche - per la loro
autorità morale e la loro esperienza -
attualmente in congedo.
Si operi quindi insieme, senza esitazioni e incertezze,
e anche disponendosi a scelte dolorose, per la realizzazione di questo
indispensabile progetto di revisione.
Poter contare su una sobria
razionalizzazione e su una rinnovata efficienza delle Forze
Poter contare su
una sobria razionalizzazione e su una rinnovata efficienza delle Forze
Armate
è in effetti essenziale nel mondo in cui viviamo. Quegli stessi valori di
libertà, giustizia, pace e cooperazione tra i popoli che ispirarono la Guerra di Liberazione ormai 67 anni fa sono
oggi alla base del significativo impegno dell'Italia per la sicurezza
internazionale e la stabilizzazione delle aree di crisi del XXI secolo, in seno
all'Unione Europea, nell'Alleanza Atlantica e nell'ambito delle Nazioni Unite.
E' un impegno che attualmente vede le nostre Forze Armate schierare migliaia di
uomini e mezzi in numerose missioni internazionali, in Afghanistan, in Libano,
nei Balcani, nell'Oceano Indiano : e il mio pensiero solidale va ai
nostri Marò, che ci auguriamo di
veder tornare presto liberi in Italia.
La dignità, il coraggio, la
professionalità con cui i militari italiani assolvono il proprio
compito in
tante diverse regioni del mondo, mettendo sovente a rischio la loro stessa
vita,
hanno costante riscontro nei ripetuti riconoscimenti che la Comunità
Internazionale tributa
loro, ma anche nelle concrete espressioni di
riconoscenza delle popolazioni interessate, della gente comune che, in quelle
aree, grazie all'impegno italiano, ritrova la fiducia e con essa la speranza di
poter condurre una vita serena e costruire un futuro migliore.
Domani sarò
all'Altare della Patria per inchinarmi alla memoria dei caduti nelle guerre di
Liberazione e di tutti i nostri caduti, e mi recherò quindi a Pesaro per
celebrare la Festa del 25 aprile in luoghi in cui combattenti per la libertà e
inermi civili pagarono prezzi elevati in termini di vite umane e di
affetti famigliari, aprendo la strada, con lo sfondamento della Linea Gotica, alla vittoriosa fase finale
della guerra in Italia. E ricorderò le nobili figure dei caduti che
oggi qui onoriamo. La ringrazio, ministro Cancellieri, per la ricostruzione dei
profili e delle vicende di quei servitori dello Stato e di quei semplici
cittadini e per il conferimento
delle medaglie alla loro memoria. Ringrazio gli oratori per il loro così motivato
intervento: possiamo ben identificarci tutti con quel patrimonio ideale,
morale, umano che è stato il più
alto e duraturo lascito della Resistenza.
Palazzo del Quirinale, 24/04/2012
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